SICUREZZA IN CASA... ANCHE IN VACANZA
Buongiorno dottoressa, sono un uomo, un marito e un padre e come tale in questo periodo di organizzazione delle vacanze, mi preoccupo per la mia famiglia. Negli ultimi tempi, sono aumentati i furti nelle case e di riflesso la mia paura per tutti noi. Non vorrei allarmare la mia famiglia ma mai come in questo periodo sento il bisogno di sentirmi sicuro e di mettere in sicurezza i miei cari. A breve partiremo per le nostre tanto attese ferie con i figli e per la prima volta parto col timore di come troverò la casa al mio rientro, penso a eventuali danni a oggetti preziosi, ma soprattutto cari, che potrei non trovare, a tutto quello che io e mia moglie abbiamo costruito con tempo e fatica per noi e i nostri figli. Dottoressa non sono una persona materiale, ma ultimamente non solo lo sono diventato, non mi piace né esserlo né il malessere che provo. Se vorrà rispondere le sarei veramente grato. Saluti
Caro lettore, dalle sue parole emerge chiaramente il disagio che prova in questo momento. Del resto lei riveste il ruolo che da sempre si associa alla sicurezza dei familiari e non a caso è proprio lei a farsi carico della loro tutela, preoccupandosene. Essere a casa, tornare a casa, sentirsi a casa sono tutte espressioni che indicano quanto la casa rappresenti un profondo senso di agio personale e di benessere con sé e con l’esterno. Le pareti della casa hanno il fondamentale significato di sicurezza sin dai tempi remoti, la casa è inoltre il luogo in cui si desidera tornare quando la stanchezza e i pesi del mondo esterno diventano troppo pressanti. Dunque la casa è sicurezza, è espressione di sé, ma è anche spazio vitale, da vivere soli o condividere con altri. E il non sentirsi sicuri neanche in casa è quanto di più perturbante un essere umano possa vivere. Quando non si può tornare con tranquillità nel proprio accogliente nido, la paura e l’instabilità possono prendere il sopravvento, lasciando un profondo senso di inquietudine, e forse è quello che le sta accadendo.
La nostra casa respira di noi e il dispiacere per un furto è duplice, sia per i danni materiali, sia per gli oggetti cui siamo legati dall’affetto per chi li ha regalati o per il momento in cui sono stati acquistati e che fanno diventare tali beni più preziosi dell’oro stesso. Resta inoltre l’inquietante sensazione della nostra intimità e della nostra privacy violate. Comprendo anche la preoccupazione per i suoi cari, poiché spiega benissimo che non solo non si sente sicuro lei ma teme di non poter mettere in sicurezza neanche loro. Forse può riflettere su quanto lei si sente sicuro e su quanto si sentano sicuri anche i suoi familiari; la percezione della sicurezza è del tutto personale e soggettiva ed è probabile che la sua famiglia non abbia la sua stessa percezione e se l’avesse sarebbe già rassicurante condividerla. Talvolta per ampliare la percezione di sicurezza non bastano neanche i più elevati sistemi di antifurto o gli escamotage che solitamente vengono adottati quali il lasciare accese alcune luci all’interno, far passare qualcuno ad aprire le finestre con la scusa di innaffiare le piante o dare da mangiare agli animali, spegnere i telefoni di casa che, se suonassero a lungo, sarebbero un segnale certo di una casa vuota, allertare i vicini della propria assenza e invitarli a fare attenzione ad eventuali rumori insoliti per poi restituire il favore. Questi ed altri piccoli accorgimenti possono migliorare il nostro stato d’animo, ma se non dovessero bastare forse potrebbe riflettere ancora su altro.
Oggi si parla spesso di sicurezza, ma io credo che possiamo dirci sicuri solo quando conosciamo i modi per guardare le nostre insicurezze, l’ignoto e imprevedibile che sta fuori e dentro di noi. Forse in questo momento ha delle grandi responsabilità anche al di fuori della casa, magari a lavoro o con qualche parente, altri pesi che non riesce “a lasciare” fuori casa e che non le permettono di tornare sereno, ma anzi le lasciano un continuo stato di preoccupazione sia dentro che fuori casa. O magari le incertezze sono dentro di lei e la casa è il “luogo” migliore in cui riversarle e contenerle. Talvolta anche delle tensioni familiari rendono meno piacevole il farvi ritorno da far sembrare oscura o ignota la casa e la famiglia stessa. E comunque sia è certo che alcune cose possono essere prese ma altre restano, "tutto quello che lei e sua moglie avete costruito con tempo e fatica" non può portarglielo via nessuno.