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Tutti i figli sono uguali...
Cara Marina, quella di cui ci parla è purtroppo una condizione piuttosto frequente oggi giorno e difficile, come lei ben descrive, da gestire, considerando il carico economico, di gestione della quotidianità e non ultimo affettivo, che ogni famiglia deve affrontare dopo una separazione. Ogni bambino ha il diritto ad essere mantenuto, istruito ed educato, nonché alla frequentazione con le famiglie di entrambi i genitori. Sicuramente, da un punto di vista psicologico, ci sono vari modi per coinvolgere un padre nella vita di un figlio, ma forse nel vostro caso, è come se la separazione di voi come coppia, abbia sancito anche la separazione dal figlio, aspetto ben distinto. Come spesso ho detto nelle mie rubriche, si può smettere di essere coppia ma non genitori, genitori lo si è per tutta la vita. Non spiega molto sulla vostra storia e per me è difficile capire cosa sia successo tra voi e quanto possa aver influito questo sul continuare ad essere solo “padre” e non più “compagno e padre”. Certo è che, i primi tre anni di vita di un bimbo prevedono un impegno maggiore della madre nell’accudimento e nella cura, caratteristiche proprie dell’indole materna, che di solito lasciano il posto, dopo i due anni e mezzo circa, a una relazione più intensa con i papà, più abili nella parte ludica e di intrattenimento. Ovviamente questo non spiega ogni rapporto, che è singolo e ineguagliabile. Forse è il momento che lei parli esplicitamente con quest’uomo e gli descriva la sua situazione attuale, magari non spaventandolo per l’impegno, bensì descrivendogli la vita di suo figlio e quello di cui ha bisogno. Facendogli presente che dopo la perdita del lavoro, materialmente non possiede più le risorse alle quali ha attinto finora per il suo sostentamento e quindi si trova nell’impossibilità di poter far fronte a tutto. Può chiedergli se se la sente di tenerlo più spesso magari in occasione di colloqui di lavoro e soprattutto comunicandogli proprio quanto il figlio lo cerchi e lo desideri. L’amore per un figlio cresce stando con lui, conoscendolo e riconoscendo parti di sé nel suo modo di vivere. Questo è qualcosa che potrebbe far presente al papà, ovvero quanto il figlio potrebbe e vorrebbe imitarlo e quanto non potrà farlo se lo frequenterà poco. Il non vedersi in realtà è una perdita per entrambi e non solo per il figlio. Quello di avvicinamento del padre al figlio è un lavoro lungo e che ha bisogno di costanza e pazienza ma non impossibile. Nel caso in cui il padre però, proprio non volesse esercitare il suo ruolo, purtroppo non può costringerlo a farlo da un punto di vista relazionale, in quanto è una decisione molto personale e intima. Economicamente vista la nuova situazione può rivolgersi invece ai servizi sociali e ad un avvocato.
Circa gli aspetti legali e relazionali su come occuparsi dei figli, in casi di separazioni, stiamo effettuando incontri a tema presso il nostro centro cui può partecipare gratuitamente per approfondire l’argomento. Ho sottoposto il suo quesito al nostro avvocato Maria Patricia Iori e di seguito trova la risposta legale relativa alla sua situazione, nella speranza di fornirle un quadro più completo sui diritti di suo figlio e sui doveri del padre e della sua famiglia.
Un caro saluto a lei e a tutti i nostri lettori Dott.ssa Licia Petruccetti 349/5848240
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