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Tra genitori e figli
Buongiorno, vi contattiamo per avere delle indicazioni su come poter fare per un problema. Abbiamo scoperto che nostro figlio si fa gli spinelli e non sappiamo cosa fare. Appena lo abbiamo saputo abbiamo cercato di fermarlo togliendogli la paghetta, eliminando la play station, non facendolo uscire con gli amici, gli abbiamo concesso solo lo sport. Ovviamente tutte queste punizioni sono aumentate mentre lui continuava. E ora non sappiamo come si procuri queste cose, visto che non ha più soldi e noi stiamo attenti ai nostri portafogli. Noi lavoriamo tutto il giorno ed è difficile controllarlo e arrivano lamentele anche dalla scuola. Alcuni amici ci hanno consigliato di rallentare col lavoro per stare di più con lui, ma veramente dobbiamo lasciare il lavoro per controllare quello che fa? Lui ha 18 anni non è abbastanza grande da sapere cosa è bene e cosa è male? Potete darci qualche consiglio?
Grazie
Cari genitori, mestiere difficile il vostro, forse anche più del lavoro ufficiale che svolgete. L’età dell’adolescenza è proprio quella in cui i contrasti si acuiscono e mentre un genitore pensa di poter finalmente e giustamente raccogliere i frutti del suo lungo lavoro, a volte, come nel vostro caso, qualcosa sembra andare storto. Vostro figlio nell’età in cui tutto sembra lecito, ha provato l’effetto delle droghe leggere e voi prontamente gli avete messo un divieto. Ma sembra non essere bastato a fermare la sua curiosità o forse ha solo aumentato la forza della sua ostilità nei vostri riguardi, tra l’altro peggiorando a scuola. A questo punto mi viene in mente un pensiero che solo voi potete confermare o meno: forse vostro figlio vi sta dicendo che non potete più comportarvi con lui come si farebbe con un bambino? Vi sta dicendo che è grande e che tutto quello che avete fatto con lui è andato bene finora ma da adesso in poi non funziona più, le punizioni non servono per ricordargli cosa è bene e cosa è male. E questo è, da un lato un aspetto positivo, dall’altro negativo. Provo a ragionare con voi. Un figlio che “dice” ai genitori “sono grande” è un figlio che sa di poter contare su due genitori attenti che diranno la loro. Un figlio che tenta la strada della droga è un adolescente che vuole conoscere il mondo attraverso i suoi occhi da grande ma con l’inconsapevolezza dell’adolescenza. Ora proviamo a vedere insieme se questi due aspetti possono trovare un punto d’incontro. Dove il bisogno di tutelare un figlio incontra il bisogno dell’adolescente di conoscere il mondo con i propri occhi? Questa forse è la domanda su cui più dovete riflettere. E forse la risposta non potete trovarla da soli, bensì con un dialogo aperto con lui. Questa è l’età in cui i figli non parlano, un po’ come quando tornando dalla scuola dell’infanzia voi gli chiedevate “Ciao figliolo, cosa hai fatto oggi?” e dopo 5 o 8 ore a scuola lui vi rispondeva “Niente!”, come non vi arrendevate all’ora al suo “niente” non fatelo neanche oggi, e come all’ora trovavate un altro modo di farvi dare la risposta, fatelo anche adesso. Di certo se pensavate di potervi riposare con lui dal duro lavoro di genitori ora che è maggiorenne, devo purtroppo dirvi che non è ancora il momento. Ora dovrete trovare un nuovo modo di parlare con lui, questo è il compito che dovrete affrontare. Provate a parlare a lui con la stessa franchezza con cui vi parlate tra di voi genitori, quando vi fate qualcosa che vi fa arrabbiare, non pensate di certo di mettervi in punizione, userete altri modi per farvi capire o per chiarire quello che vi ha ferito, usateli con lui. Forse il tempo che vi consigliano gli amici non è tempo che dovete togliere al lavoro, magari basta sfruttare meglio il tempo che già avete a disposizione e, se non basta, magari ritagliarvene un po’ per lui e per conoscere meglio vostro figlio, perché ora lui sta cambiando, non sa né chi è e né chi diventerà e questo lo spaventa, trovare due genitori che gli ricordano quanto è ancora piccolo è proprio quello che lo fa allontanare da voi. Finora voi siete stati i suoi occhi per guardare il mondo e si è sentito guidato, ora ha il sano bisogno di crescere e capire se i suoi occhi gli bastano. Dategli fiducia nelle sue capacità osservandolo a distanza, più che controllandolo, si controllano le persone di cui non ci si fida e lui lo capisce. Ora ha bisogno di “cadere” come quando ha cominciato a camminare e di sapere che c’è una mano che lo aiuterà a rialzarsi. Tutti i vostri principi morali sono in lui, sta solo cercando di capire se funzionano oltre che in casa anche fuori. Questo forse è l’ultimo momento in cui potrete accompagnare vostro figlio nella sua vita da adulto, dopo non vi farà più la guerra perché saprà di non dovervi temere ma di poterci contare su di voi, ora sta scoprendo “se” può contarci…trasformate la guerra in una partita e giocatela insieme, lui non sa come si fa ma voi sì, del resto lo avete fatto per 18 anni.
Un caro saluto Dott.ssa Licia Petruccetti 349/5848240
Nella speranza di aver risposto in modo pertinente e per coloro che abbiano argomenti da proporre, seguiremo le vostre richieste e riflessioni sui temi che maggiormente vi coinvolgono in modo da rendervi protagonisti di questa rubrica. Potete inviarci le vostre richieste con lettera scritta indirizzata a Centro di Psicologia Alternativamente via Arturo Massimi, 13 Mentana, oppure inviando una mail dalla sezione contatti del sito:
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Dr.ssa Petruccetti 349/5848240
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